SCUOLA MEDIA INFERIORE
1a CLASSIFICATA
PROFONDO
e la vita scorre ignara.
Scuola Media Paolo VI, Rho
Classe 2a
Commento:
«La poesia permette di esprimere efficacemente la propria interiorità, servendosi di un linguaggio di simboli e di immagini evocative, che arricchiscono le parole di significati. In questi versi, sono i colori a ricoprire un ruolo fondamentale per trasmettere il messaggio al lettore. Il buio e la luce si fronteggiano come testimoni di emozioni contrapposte, vissute però con la stessa tragica ed assoluta intensità, tipica dell’essere giovani. I toni del nero avvolgono la realtà, tingendola di timori e preoccupazioni, che solo la gelida lacrima riesce a sfogare e alleviare. Ma la chiarità dell’alba annuncia che il pianto è purificatore e che nessuna oscurità può essere definitiva; anticipa una salvezza luminosa che viene necessariamente a rendere giustizia delle fatiche e ad aprire nuovi orizzonti di felicità. Luci e ombre, d’altra parte, sono due aspetti che fanno inscindibilmente parte della bellezza della vita e dell’esperienza umana, con i quali si deve confrontare chi comincia il sorprendente viaggio della scoperta di sé. (Alice Serrao)».
2a CLASSIFICATA
NUOVO MONDO
corpo vibrare
sono fuori dal mondo
nel buio
pericoloso
non è una gabbia
dove ci si racchiude con i propri
pensieri
dove tutto ti puoi immaginare
cammino e tocco tutto il possibile
tocco tutto e immagino tutto
sento lo stupore che sale
arriva all’orlo
si apre una porta
finisce tutto
torno nel mondo
la Luce
ZURLO PAOLO
Scuola Media Paolo VI – Rho
Classe 2a
Commento:
«Questa poesia nasce al termine di una o più lezioni sul buio e su come affrontarlo per vincerne la paura. Nella sua inevitabile confusione il poeta affronta l’argomento, proponendocelo in modo positivo, dicendoci: “…non è una gabbia/ dove ci si racchiude con i propri pensieri…” anzi: “…è la libertà della fantasia…” ma poi tornano i sensi o per meglio dire il tatto che lo riporta alle cose concrete, a ritrovare la vita nella luce finale, come una liberazione. La bellezza di questa riflessione sta appunto nel suo finale: “…finisce tutto/ torno nel mondo…” dove si sente un grosso respiro che saluta la Luce, scritta con la elle maiuscola per sottolinearne la valenza. Aggiungo solo che la parola buio è il contrario della parola chiaro e che chiudere gli occhi non sempre dà più forza alla fantasia, ma, se ci si trovasse in un locale buio, allora sì che bisogna sentirsi preparati ad affrontare questa situazione per vincerne le paure. E questo è il messaggio che ribalta le ataviche concezioni negative del buio e il suo utilizzo come castigo come spesso, forse, ancora succede (Adriano Molteni)».
3a CLASSIFICATA
LA VERA MAESTOISTA’ DEL BUIO
riuscì ad aprirmi un varco
pieno di armonia.
e dimenticare
il significato della paura.
aveva un nome:
si chiamava calma
BRUZZONE GIULIA
Scuola Media Paolo VI – Rho
Classe 2a
Commento:
«Nelle paure e nei timori, “In quel buio, in quell’oscurità”, che il vivere quotidiano riserva agli esseri umani, l’autore scopre “quell’amara freschezza” e un “sorriso” che aiutano a sopportare “il buio” della vita con le sue fatali contraddizioni. Al poeta, comunque, basta poco, basta un profumo di viole per aprire un nuovo orizzonte di serenità e scoprire i segreti della natura … Avviene che un cristallo, un fiore, un canto di un uccellino emergano dal mondo della cose e percepiti come oggetti di straordinaria bellezza: istanti fuggevoli contrassegnati, altresì, da un’intensità poetica e prossimi all’armonia dell’anima. (Hugo Salvatore Esposito)».
4a CLASSIFICATA
E SE
Vedrei il sole illuminare il tuo viso.
Se una foglia diventasse foresta?
Ogni creatura vivente farebbe festa.
Se una parola diventasse poesia?
In ogni libro ci sarebbe più armonia.
Se una brezza diventasse uragano?
Dovremmo solo tenerci tutti per mano.
Se un granello di sabbia diventasse deserto?
Anche per il povero nascerebbe una nuova aurora.
Ogni cosa sarebbe più brillante.
Vivremmo tutti in maniera più ardita.
Se la gioia diventasse dolore?
Ma, mi chiese il bimbo incuriosito e audace,
E all’odio potremmo finalmente dire addio…
Istituto Comprensivo T. Grossi – Mazzo
Classe 3a
Commento:
«La parte per il tutto, gli opposti che si scambiano, dove anche un uragano non spaventa, ma diventa motivo di unione. Una lista di possibilità, di desideri, talvolta: da lacrima a sorriso, da parola a poesia, da buio a luce. Gli opposti si rincorrono tra i versi, ma il culmine del componimento non viene raggiunto parlando di morte e vita, ma di guerra che diventa pace (Sofia Verco)».
SCUOLA SUPERIORE 1a e 2a
1a CLASSIFICATA
LA MORSA
mentre il viale di un volere trascina la paura
sfondo di un lamento annodato.
S’avverte il crescendo dell’istinto muto,
la morsa s’incaglia tra le ombre del buio
RUGGERI REBECCA
Liceo Clemente Rebora
Classe 2a
Commento:
«In un mondo soggiogato dal minimalismo e dalla falsa semplicità di fruizioni immediate, questa poesia brillante e complessa restituisce piena dignità alle multiformi ramificazioni della vita. I versi ben scritti, pervasi da echi kierkegaardiani, tracciano un quadro esatto del legame fra finitudine, scelta e rimorso. “La felicità si cela di uno scuro fievole”: prigioniera della contingenza, si concede nella brevità di un istante mostrando “la luce viva e ferita”, per poi disperdere “l’io di un bel momento”, ritraendosi nel suo manto di sfuggevolezza. La felicità va saputa cogliere, perché a fronte di un “frangente mancato”, fra un “lamento annodato” ed un “istinto muto”, è una morsa a segnare la distanza dall’agognata pienezza esistenziale. Il componimento denota padronanza linguistica, fantasia, e, soprattutto, un livello più che confortante di profondità di riflessione. (Mattia Pedota)».
2a CLASSIFICATA
PREGHIERA DELLA NATURA
la bellezza
Ringrazio per questa pace,
ringrazio per queste terre,
un rifugio sicuro
per ogni sognatore passante.
Pirrera Andrea
Liceo Lucio Fontana
Classe 2a
Commento:
«Ho letto con grande partecipazione la tua “preghiera della natura”, dove vi è la conferma che la poesia è la base fondamentale della comprensione di tutte le altre arti. In questa poesia, poetica e sentimento si uniscono nella contemporaneità della natura e ne scaturisce una lettura che ci offre una pausa importante del nostro vivere, che ci riporta forme e colori “un rifugio sicuro per ogni sognator passante” (Piero Airaghi)».
3a CLASSIFICATA
ED ORA SEI MORTO:
MM.. mi dispiace, ma tuo padre
ma non v’era voce
interminabili silenzi.
ed ora sei morto
ed ora mi manchi
solo tu fra tanti
vorrei rivederti
per dirti
ISMAIL AYA
ITCS E. Mattei
Classe 2a
Commento:
«Il compito di una poesia scritta bene è riuscire a commuovere il lettore, ovvero deve essere capace di muovergli qualcosa dentro; in una parola: emozionarlo. Questa poesia ci riesce molto bene. Nonostante qualche incertezza formale, la potenza del sentimento arriva invariata al lettore e lo coinvolge. Il giovane poeta riesce, in questi versi, a dare voce a quel grido che non aveva “sufficiente forza per uscire”, raccontando la perdita di una persona cara e il desiderio nostalgico di riabbracciarla con toni struggenti di forza e gentilezza. Si avvertono chiaramente l’ansia dell’incertezza e l’impossibilità di accettare ciò che di terribile è successo. La poesia, allora, non solo dà voce a nodi emotivi difficili da sciogliere, ma diventa anche il luogo privilegiato che riconcilia la nostra sofferenza e aiuta a mantenere vivo quello che diversamente andrebbe perduto, confortandoci (Alice Serrao)».
4a CLASSIFICATA
URLO:
Gridò al lupo in un gesto gentile
E come una favola tutto d’incanto
Qualcosa si accese nel tetro castello
Un angelo morto per quel fardello
Le ali spezzate in un gesto d’onore
Un cavaliere che rinuncia al suo scudo
C’era una bomba in mezzo al prato
Qualcuno s’accorse, qualcuno la vide
Forse è il sangue ormai celato
Che mostra alla luna una foto che ride.
Liceo Clemente Rebora
Classe 2a
Commento:
«Chi è quell’angelo “morto per il suo fardello” con “le ali spezzate in un gesto d’onore”? Chi è colui che “rinuncia al suo scudo” e ha “le braccia chiuse in un ignoto ardore? L’autore declama la violenza che porta caos e terrore nei nostri luoghi quotidiani … La prospettiva è terrificante: quel “cavaliere di bomba” non viene da lontano, ma abita il nostro stesso spazio! La poesia richiama le stragi di tante persone innocenti; tuttavia, considerando la gravità del tema, il testo – attenuato da un buon ritmo concesso da alcune rime e dalla musicalità delle parole – è misurato ed espressivo. (Hugo Salvatore Esposito)».
Scuola superiore 3a – 4a – 5a
1a CLASSIFICATA
COME UN PIANISTA
sui tasti bianchi e neri
della sua vita
il poeta
le corde del cuore
e risveglia
l’anima assopita,
incedendo leggiadro
sulle note del tempo.
che pervade ogni cosa,
mi arresto
celata
di questo mondo variopinto,
incapace di ascoltare
la melodia della bellezza,
che lentamente si dissolve
in un dolce turbinio
di soave felicità.
NOVELLI SILVIA
Liceo Scientifico Falcone e Borsellino
Classe 4a
Commento:
«Fra gli scopi più nobili dell’arte vi è il disvelamento della metafisica, intesa etimologicamente come ciò che va oltre l’esperienza sensibile. Con leggiadria ed eleganza, l’autrice descrive la naturalezza con cui il poeta coglie il sostrato simbolico della realtà e lo rende fruibile a tutti, attraverso una rete di appropriati parallelismi fra la musica e la poesia. Ciò che colpisce è proprio l’uso della metafora: “corde del cuore” e “note del tempo” sono perle di rara raffinatezza, che, oltre a veicolare in modo compiuto il proprio significato contestuale.richiamano il tema centrale del componimento senza alcuna forzatura. Non spiace, quindi, il senso di leggerezza e positività che emerge incessantemente da ogni verso, ben lontano da quella stucchevolezza in cui non è raro precipitare in simili casi. Non vi è nulla che stride in questo pianoforte, limpido esempio di equilibrio e sensibilità artistica (Mattia Pedota)».
2a CLASSIFICATA
NON SONO
non sono ciò che nascondo.
non sono il mio cuore.
se ne vanno;
Sono l’assenza che partorisce
anime malinconiche;
il grigio di una mancanza
che non muore.
non sono il mio cuore
MENDRESHORA LYUDMYLA
IT Istituto Puecher-Olivetti
Classe 5a
Commento:
3a CLASSIFICATA
IL TEMPISMO DELL’AMORE
mi sono innamorato perché -per me –
c’è sempre o non c’è mai.
l’amore è in ritardo,
o forse sono solo io troppo in anticipo.
Mi sono innamorato perché bisogna lasciare
tempo all’amore e l’amore nel tempo.
perché in amore vince chi fugge;
e allora scappi tu o scappo io,
tu in un secondo ed io per primo.
Nel frattempo mi sono innamorato,
perché amo tutto ciò che è sfida,
e tanto era difficile il rapporto
con il velato arco temporale,
che una freccia ancora mi segna il petto;
perché amo ciò che non ho,
figuriamoci ciò che non potrò mai avere.
perché o è un passo in più verso la morte
e mi innamoro ancor di più
quando sta a me scegliere.
e solo altro tempo potrà
farmelo dimenticare.
Liceo Falcone e Borsellino – Arese
Classe 4a BL
Commento:
«Il tempo dell’amore, il tempo di vivere denso di emozioni, nella tua poesia è vissuto con passione e in modo tutto personale. Il tuo vivere l’innamoramento di luoghi o cose che hanno avuto un ruolo particolare che come elissi in un andirivieni, lungo la linea del tempo, si aggiungono le inevitabili esitazioni umane: dubbi e contraddizioni. Ma è bello vederti “preso dal tempo” del vivere ma innanzitutto nello splendido innamoramento nel tempismo dell’amore (Piero Airaghi)».
4a CLASSIFICATA
RICORDO DI TE:
Seguire i tuoi occhi e perdersi dentro.
Volevo afferrarti, e non lasciarti più andare.
soli e inconsapevoli del destino perverso;
tu c’eri e tutto il resto svaniva,
rimanevano solo suoni ormai lontani,
come una melodia.
mentre la passione bruciava,
e un ti amo rubato il mio sguardo celava.
Classe 3a
Commento:
«L’autrice esprime con forza e con immagini vivide il ricordo bruciante di una passione che ancora arde e fa male. Il dolore non è pienamente risolto nella catarsi poetica ma è ancora forte e ogni parola ed immagine continua a trasmettere inquietudine e mancanza. (Ombretta Degli Incerti)».